lunedì 25 febbraio 2008

Lo scettro di Giuda

Il problema che gli ebrei non capiscono minimamente è che loro sono traditori della promessa di Dio ad Abramo.
Cosa mai avrà promesso ad Abramo?
In ben tre riprese (Gen 12,1-3; 18,18; 22, 16-18) Abramo riceve la promessa esplicita e solenne che la sua posterità servirà da strumento o da mediatore della salvezza per tutti i popoli.
La promessa è relativa al peccato originale, cosa che gli ebrei hanno dimenticato totalmente; non si capirebbe altrimenti la loro avversione al Redentore, in favore di un Liberatore.
Dio sceglie questo patriarca giusto, saggio, che pur vivendo nella idolatra Ur dei Caldei, non ha perduto la fede nell'unico Dio.
La promessa sarà ripetuta a Isacco (Gen 26,2-5).
E ancora a Giacobbe. Questi ai suoi figli, a sua volta, dà una benedizione speciale, servando a Giuda il primato e la superiorità politica sulle altre tribù dei fratelli.
Questo suo dominio però cesserà al giungere del Messia, il Re per eccellenza a cui realmente appartiene la potestà e al quale sarà soggetto non solo Israele, ma ogni popolo:

Non sarà tolto lo scettro da Giuda né il bastone del comando tra i suoi piedi, finché verrà colui al quale esso appartiene e a cui è dovuta l'obbedienza dei popoli. (Gen 49,10)

Mi pare di capire che gli ebrei di millenni fa, erano cristiani!
Quelli di oggi, sono solo vezzose infiorescenze nazionaliste.
Il Cristianesimo, pur avendo un legame con l'ebraismo, NON trae origine da esso, nè è un suo sviluppo.

Aggiungo dell'altro ad onor del vero.
Il Messia, soprattutto sotto l'influsso della scuola farisaica dopo la cattività babilonese, fu concepito come l'eroe di uno strepitoso risorgimento nazionale e il suo regno fu deformato e ridotto a un regno puramente terreno e politico, che doveva coincidere col predominio di Israele sugli altri popoli, costretti a servire e riverire. Insomma, questo nuovo regno avrebbe superato in splendore e potenza quello di Davide e di Salomone, e avrebbe addirittura restituito la felicità goduta dai nostri progenitori nell'Eden.
La figura del servo di Jahvè, umiliato e suppliziato per redimere gli uomini, siccome era sgradita all'orgoglio nazionale, venne lasciata in ombra, robetta da scaffali polverosi di qualche bibliotecario amatore.
Alla completa deformazione del messianismo. contribuì pure la letteratura apocrifa: scritti composti nei secoli II e I a.C. a imitazione delle autentiche Scritture e spacciati come autografi di qualche personaggio illustre come Adamo, Enoc, Mosè, Elia...
Specialmente nei Libri Sibillini e nei cosiddetti Salmi di Salomone si scorge come le speranze messianiche siano state deliberatamente imbellettate.
L'orgoglio razzista, sì, razzista, accentua in quei testi apocrifi l'aspetto tutto temporale e glorioso del Messia e ne ignora i dolori, le umiliazioni e la prefigurazione veterotestamentaria.

Nessun commento: