Morale e preservativo
La questione la considererei soluta solo a patto di chiarire alcune cose, stimolate da una personale discussione con alcuni studenti di teologia, asserenti la venialità morale dell'uso del preservativo.
Spero di organizzare al meglio quanto mi accingo a confutazione di quella.
Partiamo dalla fornicazione: la fornicazione è la copula consensuale tra due persone non legate da nessun vincolo di parentela, matrimonio, voto o ordine, se non quello precettivo di castità. Questo, per distinguerlo da ben altri casi più specifici, come lo stupro, che non è consensuale.
La copula è l'atto idoneo a generare la prole; può essere perfetta e imperfetta.
La copula perfetta consiste nella penetrazione con inseminazione; la copula imperfetta consiste nella penetrazione ma senza inseminazione.
La nostra attenzione è proprio sulla copula imperfetta, la quale se non procede alla inseminazione o interrotta, non è propriamente fornicazione, ma contatto impuro con orgasmo che può essere in altra parte completato...
Tuttavia, la copula imperfetta nella quale artificialmente si blocca l'effusione del seme, non è una semplice fornicazione (che rientra nei casi dei peccati iuxta naturam), ma onanismo, che differisce in specie essendo un peccato contra naturam. Peggio.
Cosa è l'onanismo? E' la copula attuata in modo tale che dall'effusione del seme non possa seguire la generazione.
Tra i vari mezzi predisposti a questo fine, si deve distinguere in relazione all'atto specifico e alla cooperazione del partner.
a) La copula naturalmente interrotta, ma il disordine morale interviene o durante o dopo: coito interrotto o detersione del "vaso" femminile. La colpa è di una sola parte.
b) La copula porta con sè il disordine morale già dall'inizio: preservativo, diaframma, spirale o pillole. L'atto pertanto è contro natura fin dall'inizio ed entrambe le parti in causa sono cooperanti.
L'onanismo è un attentato al matrimonio, alla dignità del coniuge e al bene della società.
Il Magistero lo dichiara intrinsecus malum, iure naturali prohibitum (Sant'Uffizio, 19 Aprile 1853; Enc. Cast. Con.)
E mi si conceda anche, qualora si insista sulla venialità, di domandare perchè mai Onan riceve la morte in castigo dal Signore per i suoi gravi delitti: introiens ad uxorem fratris sui semen fundebat in terram (Gen 38, 9-10).
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