Ancora sull'ambiguità giudaica
Negli ultimi anni del giudaismo, poco prima della venuta di Cristo, quando Roma ormai aveva soggiogato la Palestina, gli spiriti eletti (chiamasi cime a Napoli) della comunità ebraica si chiusero (è proprio un vizio questo loro, giacchè, come nota il chiaro Messori, gli Ebrei stessi crearono i ghetti, perchè i gentili puzzavano e puzzano) anche più tenacemnente nella fedele osservanza della Legge e nell'ansiosa attesa del Messia.
I capi dei sacerdoti, custodi ufficiali della tradizione religiosa, e gli scribi, interpreti autorizzati della Bibbia, interpellati da Erode (siamo nel Vangelo di Matteo, cap. II) a cui ricorsero i Magi per conoscere la località dove sarebbe nato il Messia, non mostrarono nessuna meraviglia della richiesta e risposero senza esitare, citando pure il profeta Michea.
Simone, uomo onestissimo e timorato di Dio che incontrò il Divin Figlio nel Tempio, con fede incrollabile e con assoluta certezza sperava la prossima venuta del Redentore.
Giovanni Battista si manifesta come un eccezionale penitente e predicatore, e il popolo pensa subito che lui è il Messia promesso. Il Sinedrio manda una deputazione di sacerdoti e di leviti a chiedergli se fosse egli il Messia.
Andrea, che insieme a Giovanni, spinto dal Battista, si era messo al seguito di gesù, incontrando suo fratello Simon Pietro, gli confida tutta la sua gioia, dicendo: "Abbiamo trovato il Messia!". Stesse parole di Filippo a Bartolomeo: "Colui, di cui scrissero Mosè nella Legge e i Profeti, l'abbiamo trovato: Gesù il Nazareno" (mi collego alle parole che Gesù stesso dice di sè in Gv 5, 45-47: de me enim ille (Mosè, ndr) scripsit.
La Samaritana lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?". (Gv 4)
E quella folla stessa che lo accoglie alle Palme e lo vuole crocifisso il Venerdì?
E quei sommi sacerdoti che tramano di attentare alla vita del Nazareno e di Lazzaro?
Trama da romanzo poliziesco, se non fosse che è già un film visto. E dimenticato dalle cronache accademiche.
I capi dei sacerdoti, custodi ufficiali della tradizione religiosa, e gli scribi, interpreti autorizzati della Bibbia, interpellati da Erode (siamo nel Vangelo di Matteo, cap. II) a cui ricorsero i Magi per conoscere la località dove sarebbe nato il Messia, non mostrarono nessuna meraviglia della richiesta e risposero senza esitare, citando pure il profeta Michea.
Simone, uomo onestissimo e timorato di Dio che incontrò il Divin Figlio nel Tempio, con fede incrollabile e con assoluta certezza sperava la prossima venuta del Redentore.
Giovanni Battista si manifesta come un eccezionale penitente e predicatore, e il popolo pensa subito che lui è il Messia promesso. Il Sinedrio manda una deputazione di sacerdoti e di leviti a chiedergli se fosse egli il Messia.
Andrea, che insieme a Giovanni, spinto dal Battista, si era messo al seguito di gesù, incontrando suo fratello Simon Pietro, gli confida tutta la sua gioia, dicendo: "Abbiamo trovato il Messia!". Stesse parole di Filippo a Bartolomeo: "Colui, di cui scrissero Mosè nella Legge e i Profeti, l'abbiamo trovato: Gesù il Nazareno" (mi collego alle parole che Gesù stesso dice di sè in Gv 5, 45-47: de me enim ille (Mosè, ndr) scripsit.
La Samaritana lasciò la brocca, andò in città e disse alla gente: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?". (Gv 4)
E quella folla stessa che lo accoglie alle Palme e lo vuole crocifisso il Venerdì?
E quei sommi sacerdoti che tramano di attentare alla vita del Nazareno e di Lazzaro?
Trama da romanzo poliziesco, se non fosse che è già un film visto. E dimenticato dalle cronache accademiche.
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