domenica 24 febbraio 2008

Limbo

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E' dogma di fede che i morti senza battesimo non conseguono la vita eterna nel regno dei Cieli, cioè la vita di Grazia e di Gloria, ossia la soprannaturale visione beatifica di Dio; ma bensì conseguono la dannazione eterna, per cui sono in eterno esclusi dal Regno dei Cieli.
Questa verità fu proclamata dal Concilio di Lione e dopo dal Concilio di Firenze con queste parole:

Credimus illorum animas, qui in mortali peccato, vel solo originali, decedunt, mox in Infernum descendere, poenis tamen disparibus puniendas.

Gli Agostiniani insegnano che la dannazione eterna importa per i bambini sia il dolore della privazione della visione beatifica, sia la pena del senso anche se mite.
S. Agostino a ciò dice:

Mitissima sane omnium poena erit illorum, qui praeter peccatum, quod originali traxerunt, nullum insuper addiderunt.

Opinione peraltro seguita anche da altri.
Al contrario i Tomisti, seguendo i Padri Greci, S. Bernardo, S. Bonaventura, Duns Scoto e S. Tommaso, insegnano che non patiscono nessuna pena del senso.
S. Tommaso la dimostra in questo modo (sintetizzando): la pena deve essere proporzionata alla colpa. Ora, nel peccato attuale si trovano due malizie: l'una è l'avversione a Dio; l'altra è la conversione al bene commutabile, cioè la creatura.
Per la prima malizia, si deve al peccatore la privazione della visione beatifica di Dio; per la seconda, ad esso si deve la pena del senso.
Sentiamolo dalla sua bocca:

Poena proportionatur culpae; et ideo peccato actuali mortali, in quo invenitur aversioab incommutabili bono, et conversio ad bonum commutabile, debetur et poena damni, scilicet carentia visionis divinae, respondes avversioni; et poena sensus, respondens conversioni.

Ma nel peccato originale non est conversio, sed sola aversio.
Quindi giungiamo a definire che non soffrono della pena del senso; insomma, non si punisce mai uno per essere egli abituato al furto, osia solo per averne l'abitudine, ma perchè commette l'atto di rubare.
Ma i Tomisti si spingono anche oltre: i bambini morti senza il lavacro sacramentale non patiscono nessuna privazione della visione beatifica.
Affinchè uno patisca per la perdita di un bene, sono necessarie due cose:
1) che egli conosca quel bene, di cui è rimasto privo;
2) che egli sappia che quel bene gli era destinato.
I bambini morti senza battesimo, secondo il Tomismo, non conoscono, ma ignorano completamnente il bene della visione beatifica: ignorano cioè che questa sia possibile all'uomo e, di conseguenza, che questo bene fosse stato da Dio destinato all'uomo in termine.

  • Non potrebbero certo coll'uso della ragione, giacchè questa per natura è impossibile che ricavi la cognizione di verità e cose soprannaturali.
  • Non per mezzo di Rivelazione, giacchè questa è inutile se non serve più per far conoscere a loro un bene possibile a ottenersi.
  • Vogliamo forse supporre che Dio faccia ad essi la Rivelazione di un bene solo per il fine di procurare ad essi dolore per non poterlo conseguire?
1) Il fine della Rivelazione non è quello di punire, ma di far conoscere un bene soprannaturale.
2) La Rivelazione, imponendo all'uomo di credere a verità soprannaturali, suppone nell'uomo una virtù soprannaturale, in esso infusa o dalla grazia attuale o dal Battesimo.

Domanda (seguo sempre la Tradizione e i Tomismo):
i bambini mancando della virtù sopèrannaturale per credere alla rivelazione, mancando dell'abito di fede, perchè essi non hanno ricevuto il Battesimo, nè a loro Dio ha concesso grazia attuale essendo loro in termine; ebbene, per quale arzigogolo teologico o dottrinale andrebbero in Paradiso?
Resta anche il fatto che mancando di ogni cognizione, i bambini morti senza battesimo non hanno nemmeno cognizione del loro stato misero, in relazione allo stato dei Beati.

S. Tommaso: Animae puerorum naturali quidem cognitione non carent, qualis debetur animae separatae seciundum suam naturam; sed carent supernaturali cognitione, quae hic in nobis per fidem plantatur; eo quod nec hic (presente vita, ndr)
fidem habuerunt in actu, nec sacramentum fidei susceperunt.

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